La normativa europea che “sconfina” il turismo

In Italia sono molte le professionalità che trovano la propria ragion d’essere nel turismo. Ed in particolar modo la guida turistica si pone ad esercitare un prezioso ruolo di collettore tra territorio e visitatore

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Non siamo più fiorentini, toscani o italiani, siamo europei. Con i suoi pro, tutti ancora forse da definire, ed i suoi tanti contro.

Dalle Alpi alla Sicilia, traversando la maremma toscana, e chi più vuol spostarsi si sposti. Questa è l’Italia, il bel paese per antonomasia, con la sua millenaria e mediterranea cultura, la sua storia, i suoi capolavori artistici ed architettonici. In un sistema così strutturato sono molte le professionalità che trovano la propria ragion d’essere nel turismo. Ed in particolar modo la guida turistica si pone, da sempre, ad esercitare un prezioso ruolo di collettore tra territorio e visitatore.

Ma si sa, la globalizzazione oramai è tema non dominante ma integrante della nostra quotidianità. E così non siamo più fiorentini, toscani o italiani, siamo europei. Con i suoi pro, tutti ancora forse da definire, ed i suoi tanti contro. E spesso questi pro viaggiano, eredità non rifiutabile, verso il nostro – ed altri – paese come tornado impazziti. Ed ecco che arriva la direttiva europea, recepita con i consueti due anni di ritardo dal nostro governo, che istituisce una guida turistica nazionale al posto di quella provinciale. Ancora con le province, si dirà. Ma ad un turista in visita nella ducale Mantova, piuttosto che nella rinascimentale Firenze, interessa ammirare le opere d’arte ma anche – come ha scritto Fabrizio Binacchi su queste pagine – apprezzare i gusti del territorio, conoscerne le curiosità. Ma se domani dovessero incappare in una guida fiorentina alla scoperta di Siracusa, siamo certi che tutto ciò sarebbe realizzabile? Sicuramente il nostro bel paese qualche colpo lo perderebbe.

Andando a far le pulci alla normativa recepita dal Mibact, l’ex ministero della Cultura per dirla con le parole di sempre, si scopre poi che la beffa è ulteriormente dietro l’angolo. Si scopre infatti che non solo non si ragionerà più zone ma, giusto per non farsi mancare nulla, per siti: musei, gallerie, palazzi, chiese. Per ciascuno di essi verrà stilata una lista di proscrizione, della serie tu si tu no. Chiaramente, stante il ritardo, le regole sono ancora ben lungi dall’essere definite. Molti gli interrogativi. Ad esempio, una guida europea potrà operare indiscriminatamente in tutti i siti di territori dove già oggi le guide turistiche hanno sostenuto selettivi esami di abilitazione alla professione? E poi, ma tutte quelle guide turistiche così dette abilitate, potranno esercitare in suddetti siti o dovranno a loro volta sostenere nuovi esami? Il tutto senza tenere in considerazione due altri problemi della professione che poi comunque ricadono sul visitatore: l’abusivismo galoppante ed il ricorso ai “guardiani” dei siti come accompagnatori. Quale professionalità? Sicuramente non siamo al momento in grado di poter esprimere una posizione ben precisa sull’argomento, ma possiamo tranquillamente sostenere che il turismo in Italia merita molto di più.

di Claudio Tirinnanzi | 21 febbraio 2016

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