Turismo, in aumento viaggi di vacanza e lavoro

Secondo l’osservatorio EY Future Travel Behaviours sono aumento i viaggi per vacanza e lavoro nonostante la pandemia, ma cambiano le attitudini: per il 74% la scelta verte sulla sostenibilità

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Secondo i risultati emersi dalla nuova analisi dell’EY Future Travel Behaviours, negli ultimi mesi è cresciuta la frequenza tra gli italiani a viaggiare, complice la progressiva riduzione della stretta sugli spostamenti e sulla mobilità nazionale ed internazionale. Sempre più italiani, inoltre, attribuiscono una grande importanza alla sostenibilità (intesa come riduzione dell’impatto ambientale) come criterio di scelta di viaggio.

La presente edizione dell’osservatorio EY Future Travel Behaviours rileva su un campione di oltre 1’000 soggetti i trend connessi ai viaggi per vacanza e per lavoro nel mercato nazionale e internazionale, identificando come sono cambiati i comportamenti, le preferenze e le attitudini dei viaggiatori e analizzando – anche attraverso innovativi metodi di neuroscienze cognitive – l’impatto della pandemia sulla propensione degli italiani agli spostamenti. I risultati di questa edizione permettono di delineare come potenzialmente evolveranno le attitudini e le intenzioni degli italiani nel 2022 e come disegnare i nuovi profili dei viaggiatori a cui si rivolgeranno gli operatori del settore della mobilità, del turismo e del travel.

Secondo i dati dell’osservatorio, nel 2021 oltre l’80% degli italiani è tornato a viaggiare per motivi di vacanza, un dato in miglioramento rispetto al 2020 (70%), anche se ancora inferiore ai livelli pre-pandemia. Le intenzioni dichiarate per il 2022 confermano questo trend: oltre il 60% tornerà infatti alle stesse abitudini di viaggio pre- pandemia e in alcuni casi, 1 su 4, aumenterà il numero di viaggi.  La gran parte del campione (2 su 3) viaggerà prevalentemente in Italia, per rilassarsi e riposarsi (65%), scoprire nuovi luoghi e fare nuove esperienze culturali e gastronomiche (61%) e stare insieme a familiari e amici (46%). Si consolida il trend di workation con il 6% di italiani che hanno pianificato di lavorare da remoto in un luogo di villeggiatura.

Dove e perché si viaggerà in vacanza nel 2022

Nel 2022, l’Italia risulta la meta preferita per i viaggi di vacanza dalla maggior parte delle persone (67%). Tuttavia, in coerenza con l’allentamento delle restrizioni e il miglioramento della situazione sanitaria, il 33% del campione desidera trascorrere le vacanze anche all’estero (13% solo all’estero e 20% entrambi). Nel 2022, i vacanzieri si muoveranno alla ricerca del relax (65%), spinti dal desiderio di scoprire luoghi e culture differenti (61%) e per stare insieme a familiari e amici (46%).

Una piccola percentuale conferma una nuova tendenza introdotta dalle necessità sorte in questo periodo di forti restrizioni e cambio delle abitudini di lavoro: il 6% delle persone prevede infatti di effettuare viaggi di workation, ovvero di lavorare da remoto in luoghi di villeggiatura.

Gli 8 profili dei viaggiatori in evoluzione

Dai risultati dell’Osservatorio emergono dunque cambiamenti profondi nelle motivazioni alla base delle scelte di viaggio che rendono la popolazione dei viaggiatori sempre più eterogenea, con preferenze diversificate e le segmentazioni tradizionali del mercato obsolete. I dati raccolti hanno permesso di identificare 8 profili rappresentativi dei viaggiatori e, anche in questa edizione dell’Osservatorio, il cluster dei Potential Frequent Travellers, che intende aumentare i propri viaggi sia per vacanza sia per lavoro, si conferma come il cluster più numeroso (20% del campione e +2p.p. vs rilevazione precedente). Aumenta il numero dei Reluctant Travelers (+3p.p.), che continueranno quest’anno a limitare gli spostamenti, e degli Health & Environmental Concerned Travelers (+1p.p.) che non intendono aumentare il numero di viaggi, mentre si riducono i cluster dei Potential Leisure Travelers (-2 p.p.) propensi a viaggiare per vacanza ma non per lavoro, e degli Hypertravelers (-3 p.p.) che viaggiano più frequentemente della media. Tali variazioni potrebbero trovare una spiegazione nel protrarsi della situazione pandemica anche nel corso dell’ultimo anno.

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